Corriere del Mezzogiorno

Il prodotto innovativo dei fratelli salentini Romano, che preservano le peculiarità della materia prima

di Claudio Tadicini

Il loro desiderio era quello di realizzare un insaccato tipico salentino, cogliendo le opportunità che offre il territorio. Non di carne, vista l’assenza di allevamenti di bestiame, dunque, bensì di pesce, che invece abbonda e spesso resta invenduto. È l’idea di Danilo, Pamela e Valerio Romano, tre fratelli di Matino (nel Leccese) che, oltre a conquistare i palati dei clienti (e di tanti esperti nazionali ed internazionali), ha catturato anche l’attenzione di Forbes Italia, che ha inserito la loro “Offishina” tra le 100 eccellenze italiane del 2023. L’azienda-ristorante, che sorge in via Extramurale Levante, nel comune del basso Salento, si occupa di trasformazione del pesce in maniera innovativa, sostenibile e impatto ambientale zero. 

Le motivazioni

«Sperimentazione costante e grande creatività – scrive nelle motivazioni la nota rivista statunitense di economia – sono applicati ad una tecnologia moderna, per preservare tutte le peculiarità del pesce per un lungo periodo di tempo». Grazie al processo di fermentazione, il pesce passa dallo stato crudo a stagionato e viene conservato naturalmente, senza l’utilizzo di conservanti e additivi. L’ultimo passaggio, invece, avviene con l’affinamento degli insaccati in grotte tufacee sotterranee. 

I riconoscimenti ai fratelli Romano

Non è il primo riconoscimento per i fratelli Romano, ideatori del brand “Offishina – Conserviamo il sapore del mare”, frutto di un gioco di parole tra la lingua italiana e quella inglese, ovvero dall’ unione del termine italiano “officina” e quello inglese “fish”, che significa appunto pesce. Già in passato, infatti, hanno partecipato e vinto a concorsi nazionali e internazionali (con degustazioni alla cieca), conquistando ben 12 medaglie agli “International Taste Award” e due premi come prodotti unici e innovativi ai “Puglia Food Awards”.