di Pamela Romano
COSA SI INTENDE PER SPRECO ALIMENTARE.
Il fenomeno dello spreco alimentare si verifica con una non consumazione di cibo ancora commestibile. Una piaga che inizia nella fase della catena di produzione per arrivare poi al consumatore finale, che si trova a gettare generi alimentari ancora a tutti gli effetti buoni e sicuri.
I motivi sono vari ma per ognuno di essi c’è una soluzione per contrastarlo.
COME SI SVILUPPA LO SPRECO ALIMENTARE, DALLE AZIENDE ALLE NOSTRE CASE.
I fattori che durante la filiera alimentare contribuiscono ad avere maggiore spreco sono svariati e, ad ogni passaggio, si verificano ulteriori perdite, alcune scatenate da eventi naturali altre causate da una negligenza dell’uomo.
Approvvigionarsi di un eccessivo quantitativo di materia prima porta ad abbassare i costi della stessa. Ma molto spesso succede che non tutti i prodotti vengono trasformati, perché la merce acquistata è talmente ingente che l’azienda produttrice non ha manodopera e macchinari a sufficienza per stoccare il tutto.
Se si tratta di prodotti freschi, alcuni di essi già con un naturale inizio di deterioramento, come succede per frutta e ortaggi che hanno una maturazione avanzata o un ammaccamento dovuto a condizioni climatiche, non arrivano nemmeno in scaffale, perché dal punto di vista estetico e qualitativo non soddisfano le esigenze del consumatore.
Si è impossibilitati ad un utilizzo parziale o totale di carne e pesce se gli animali non vengono trattati con accurate norme igienico-sanitarie come prevede la legge.
Inoltre, una sbagliata gestione manuale degli acquisti porta a riempire gli scaffali in maniera sproporzionata rispetto alla richiesta di mercato.
Se la scadenza è immediata, difficilmente un consumatore metterà in carrello un prodotto in promozione, di conseguenza rimarrà invenduto e destinato ad essere buttato nel cassonetto.
Il più delle volte lo stesso triste destino ricade sull’alimento acquistato che poi si dimentica in dispensa e, una volta trovato, ormai risulta scaduto.
L’INCERTEZZA E LA POCA CONOSCENZA PORTANO ALLO SPRECO, PREVENIAMOLO LEGGENDO BENE L’ETICHETTA.
“Per sicurezza non lo mangio” è una frase che, il più delle volte, abbiamo ripetuto un po’ tutti. Ma abbiamo ragione?
Non sempre!
Il nostro intuito, in certe circostanze, può fallire. Tutti quegli alimenti che ai nostri occhi appaiono belli non vuol dire che siano salutari.
La frutta lucida e brillante ha, su di noi, lo stesso effetto della mela rossa su Biancaneve. Di conseguenza, quello che ci invoglia è l’attrazione nei confronti di ciò che esteticamente appare appetibile, tendendo a scartare frutta e verdura che presentano colori meno vivaci e intriganti, quindi meno invitanti.
Pesticidi e conservanti rendono bellissimi gli alimenti vegetali, e anche più duraturi, ma durante i trattamenti chimici, i prodotti che appaiono senza alcun difetto, perdono antiossidanti, odore e sapore e ingerirli frequentemente può provocare danni all’organismo.
Non tutti i trattamenti sono invasivi, perché ci sono prodotti e quantitativi consentiti dalla legge, che limitano l’intaccamento da parte di bruchi, moscerini e insetti vari, che in alcuni casi, possono essere anch’essi pericolosi, se ingeriti, e provocare infezioni batteriche.
Lo stesso discorso vale per la carne e per il pesce. Non sempre quei colori lucidi e succulenti sono simbolo di genuinità e freschezza.
La bellezza estetica può ingannare, come anche certi sapori e odori, talmente piacevoli da non sembrare veri. E, in effetti, non lo sono davvero.
L’informazione e un’accurata lettura dell’etichetta alimentare evitano lo spiacevole “effetto mela di Biancaneve”.
Per capire la differenza bisogna fare attenzione a non fidarsi di prodotti che hanno un prezzo basso e decantano le stesse qualità e proprietà di prodotti che, per garantire davvero quegli standard, hanno un prezzo maggiore.
Dedicare più tempo alla conoscenza dell’azienda produttrice e soprattutto una buona lettura della
retro etichetta, quella obbligatoria, vi farà mangiare con maggiore sicurezza e così potrebbero risolversi una parte dei problemi legati allo spreco alimentare.
DATA DI SCADENZA, COSA C’È DA SAPERE.
Per tranquillizzare e fare chiarezza anche l’UE si sta attivando per introdurre una nuova dicitura da esprimere in etichetta obbligatoria, ovvero “spesso buono oltre” accanto alla frase “da consumarsi preferibilmente entro”, perché è vero che molti cibi, oltre la scadenza riportata in etichetta, continuano ad essere perfettamente idonei al consumo, ma vengono buttati per una questione di insicurezza. Questa nuova introduzione può fornire una migliore comprensione da parte del consumatore che, di conseguenza, ridurrà ancora di più lo spreco alimentare.
In attesa di approvazione di questo nuovo strumento di tutela, le scadenze vengono espresse in due modi.
“Da consumare entro” seguita da giorno, mese e anno, vuol dire che abbiamo in mano un prodotto delicato, e che trascorso quel termine, deve necessariamente essere considerato scaduto perché, se ingerito, può essere pericoloso per la salute. Solitamente è riportata su prodotti freschi o crudi o prodotti contenenti conservanti artificiali, i quali, dopo un certo periodo perdono efficacia e non assicurano più l’integrità dell’alimento.
Maggiore tolleranza si ha su prodotti secchi come pasta, legumi, riso, biscotti, crackers nei quali compare la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”, in quel caso, non è necessario fare comparire il giorno ma semplicemente il mese e l’anno. Questi cibi, trascorso il termine indicato, possono perdere le loro caratteristiche organolettiche e diminuire i principi nutritivi ma possono essere mangiati tranquillamente.
CONSERVAZIONE CORRETTA, ACCORGIMENTI DA SEGUIRE.
Un altro elemento, che spesso trascuriamo, è l’attenzione nel conservarlo correttamente. L’etichetta obbligatoria riporta la modalità di conservazione ed è un accorgimento che dobbiamo avere appena acquistiamo un alimento.
Il cibo confezionato ha una temperatura da rispettare, alcuni richiedono una vera e propria temperatura controllata e vanno conservati in frigo, altri hanno più tolleranza e necessitano una temperatura fresca o ambiente, e a volte, vanno conservati in frigo solo dopo l’apertura.
Con la premura di avere un frigorifero ordinato possiamo evitare che gli alimenti si contaminino tra di loro, così, abbiamo ancora più, maggiore controllo sullo spreco alimentare. Contenitori, vaschette, pellicola e sacchetti alimentari, sono molti i mezzi che aiutano la conservazione corretta. Meglio ancora se in casa si ha una macchina per il sottovuoto.
I prodotti che vengono conservati in dispensa, invece, a volte vengono “trascurati” perché non richiedono attenzioni così importanti. Al contrario di ciò che pensiamo, i parassiti possono intaccare ugualmente le confezioni, in particolare quando la data di scadenza giunge al termine, perché sono capaci di penetrare le confezioni di cartone e plastica. Attrezzandoci di barattoli a chiusura ermetica riusciamo a combattere questo problema e a prolungare la conservazione.
CONCLUSIONE:
Spreco e sicurezza alimentare riguardano tutti da vicino. Se ne parla tanto ma ancora oggi si agisce ben poco. Iniziare da una corretta gestione degli alimenti a partire dalle nostre case è più semplice di quello che pensiamo.
Prima di preparare porzioni abbondanti che poi non vengono mangiate, facciamo un giusto calcolo del quantitativo di cui necessitiamo veramente.
Organizzandoci per un servizio di portate diverse, ci fa avere meno avanzi. Preparare dei centrotavola invece che impiattare singolarmente permette ad ogni commensale di mangiare ciò gli va.
Per un pranzo all’ultimo momento, sfruttare la fantasia e la creatività è il miglior modo per creare ricette antispreco attingendo direttamente dal frigo e dal congelatore di casa tua. In questo modo servirai ricette originali e uniche senza dover ricorrere immediatamente al supermercato.
Rimedi, nuove creazioni, utilizzo strategico dei mezzi che abbiamo a disposizione, buone abitudini da trasmettere a chi ci vive accanto, iniziamo a contribuire al benessere dell’ambiente, di noi stessi e di chi ci vive accanto.